Cyclocybe aegerita (V. Briganti) Vizzini 2014

 

Sinonimia:
Agaricus aegerita V. Briganti 1837
Agrocybe aegerita (V. Briganti) Singer 1949
Pholiota aegerita (V. Briganti) Quélet 1872

La Ciclocybe aegerita, volgarmente conosciuto come Pioppino, è tra i funghi commestibili uno dei più apprezzati. Saprofita che si presta molto bene alla coltivazione artificiale, su ceppi di latifoglie (principalmente pioppo) parzialmente interrati ed umidi. 

Pileo: inizialmente bruno assai scuro, in seguito più chiaro con tonalità appena più scura verso il centro, dove può evidenziarsi un lievissimo umbone. Da semisferico a quasi piano, presenta una cuticola lievemente corrugata e spesso fessurata per la siccità.

Lamelle: leggermente decorrenti, fitte di colore bianco-beige, in seguito grigio-brunastro ed infine color tabacco per la maturazione delle spore.

Stipite: assai variabile per diametro ed altezza, generalmente slanciato soprattutto negli esemplari giovani, flessuoso, fibroso e consistente, da bianco a brunastro per la sporata, rivestito da minute fibrille longitudinali.

Anello: persistente, attaccato in alto a formare un colletto inverso membranoso, che si colora di bruno allorché ricoperto dalle spore cedute dalle lamelle.

Carne: bianca, di odore caratteristico di farina, ma di difficile descrizione. Alcuni autori lo avvicinano al lievito o al "profumo di vecchie botti da vino", altri ancora al "formaggio stagionato" oppure alla "pasta del pane". Di sapore mite, molto aromatico.

Cuticola: imeniforme.

Pleurocistidi: clavati provvisti di una papilla apicale 30-50 X 9-16 micron.

Basidi: claviformi 25-35 X 7-9 micron

Spore:  Polvere sporale bruno ruggine con spore ovali di colore bruno chiaro con evidente poro germinativo,  8-10 X 5-7 micron.

Habitat: su tronchi marcescenti (ma anche vivi) di molte latifoglie, specialmente di pioppo, olmo, sambuco oppure salice, dalla primavera all'autunno inoltrato.

Commestibilità: E' uno dei funghi più apprezzati come commestibile.Sembra che gli esemplari che crescono sul sambuco siano più saporiti.

Osservazioni: il nome specifico "aegirita" le fu assegnato da Briganti. Molti testi usano la denominazione "aegerita". Puo èssere considerato sia saprofita sia parassita del pioppo ed altre latifoglie. Cresce cespitoso sulle ferite delle piante ospiti o dei tronchi tagliati. I medesimi interrati verticalmente in modo che affiorino appena, in luoghi semiombrosi, in condizioni favorevoli danno luogo alla nascita di numerosi corpi fruttiferi.

 

A. Brunori - P. Avetrani