Amanita eliae Quélet 1872
Descritta la prima volta da Lucien Quélet in “Les Champignons du Jura et des Vosges”. Il micologo franc ese dedicò l’epiteto specifico a Elias Magnus Fries.
Pileo: 4-8 cm di diametro, inizialmente globoso poi convesso. La sua superficie, ricoperta da residui del velo generale, alla maturità assume una colorazione rosa salmone. Margine con evidente striatura.
Carne: biancastra di odore insignificante.
Lamelle: bianche, libere.
Stipite: cilindrico con fibrille longitudinali brunastre su fondo bianco nella zona sopra l’anello; bianche su fondo bianco sotto l’anello. La sua base termina con un piccolo bulbo profondamente interrato e ornato dai resti della volva friabile.
Anello: bianco, membranoso nei giovani esemplari, fugace in quelli adulti.
Basidi: clavati, tetrasporici 36-50 X 12-15 micron
Spore: lisce, ialine 10-13 X 6-8 micron. Polvere sporale bianca. Heim scrive che le spore hanno forma variabile – da ellissoide a ovoide – e sono, in acuni casi, “sottilmente amiloidi”. Josserand, Kühner e Romagnesi che insieme esaminarono gli esemplari di Heim, riferirono che le spore non erano amiloidi.
Habitat: è specie rara, termofila, Latifoglie.
A.B.